ricambio generazionaleLe Piccole e Media aziende, generalmente, nascono dall’idea e dalle competenze di un imprenditore e si sviluppano sulla base della sua leadership spesso autocratica ed autoreferenziale.

In queste aziende tutto ruota attorno alla figura carismatica del fondatore e da qui deriva la difficoltà del o degli eredi a subentrare nella direzione dell’impresa.

Purtroppo la maggior parte degli interlocutori esterni dell’azienda (Clienti, Fornitori, Banche ecc) si rapportano con difficoltà ed un fondo di fastidio con gli “eredi”, che sono vissuti come dei privilegiati a cui viene concesso poco credito e molta diffidenza, lo stesso atteggiamento è condiviso dai dipendenti e dal management che ancor più temono i cambiamenti.

Il motivo principale di questi atteggiamenti risiede nella tendenza di ogni individuo ad adagiarsi nella propria “confort zone” cioè in quelle situazioni conosciute e pertanto vissute come non pericolose in quanto i meccanismi relazionali sono contraddistinti da automatismi, di conseguenza qualsiasi mutamento  che cambi le coordinate nelle proprie mappe mentali crea disagio e timore.

L’imprenditore lungimirante si rende conto di ciò e si rivolge al proprio commercialista o avvocato per un supporto, tuttavia da questi professionisti potrà ricevere solo dei supporti tecnici senz’altro molto validi ed utili per taluni punti di vista ma insufficienti per garantire ai subentranti gli strumenti validi per vivere la transizione con serenità pensando al futuro aziendale e costruendo un piano strategico di sviluppo e d’azione conforme alle proprie competenze ed attitudini.

Nel corso degli anni il Dott. Armando Pintus, con il suo team di coach e formatori, ha elaborato un protocollo d’intervento da utilizzare in questi casi che prevede un’analisi del clima aziendale per capire in che tipo di ecosistema si deve agire e quindi l’affiancamento di un coach la cui figura sarà scelta in funzione del risultato dell’analisi di clima.

La funzione del coach, che potrà essere uno psicologo o un esperto di gestione aziendale a secondo delle necessità, dovrà essere quella di affiancare il o i subentranti per aiutarli a sviluppare una loro autonomia gestionale e decisionale avendo ben chiari gli obiettivi che vogliono raggiungere, il tutto in un costante colloquio con l’imprenditore che, a sua volta, si prepara ad un passaggio di consegne definitivo per quanto riguarda l’operatività aziendale.

CSR prevede anche un protocollo differente nel caso si debba intervenire in una situazione in cui l’azienda è già passata di mano ma vi sono difficoltà di riassetto gestionale per i motivi di cui sopra, in tal caso si deve prevedere un’analisi gestionale oltre che di clima e quindi si proseguirà con l’affiancamento di un coach.

 

Nel titolo si parla di opportunità intendendo con ciò la possibilità di arricchire e potenziare l’impresa mediante gli apporti innovativi e le energie fresche che le nuove generazioni potranno apportare se avranno la possibilità di elaborare i propri piani di sviluppo confrontandosi con una mente esterna e libera da pregiudizi poiché non è figlia o figliastra di situazioni preesistenti e non ha alcun interesse personale precostituito riguardante lo sviluppo aziendale.

Il coach garantisce sempre la massima neutralità e riservatezza:

  • neutralità perché non prenderà mai parte attiva alle decisioni ne si sostituirà in alcun modo all’imprenditore o ai manager
  • riservatezza perché tutto quanto trattato sarà coperto da segreto professionale e vincolato alla singola persona, in altre parole qualsiasi osservazione possa essere fatta in fase di colloquio non potrà essere utilizzata con terzi salvo esplicita approvazione del dichiarante
  • L’attività del coach è tesa al domani e alla ricerca di soluzioni  e non è interessata né allo studio del passato,né a trovare colpe e colpevoli dato che il coach non giudica, non giustifica, non esprime opinioni, non suggerisce risposte ma …… stimola l’individuazione di soluzioni vincenti.

Tuttavia affinché l’intervento del coach sia efficace è necessario il Coachee giochi il suo ruolo di attore protagonista disponibile e motivato a cambiare, interessato a trovare le sue potenzialità, desideroso di mettersi in gioco e assumersi le sue responsabilità. In questo caso il coach sarà una sua risorsa pronta ad aiutarlo ad esplorare le sue potenzialità, trovare risposte e soluzioni anche innovative, analizzare i piani di sviluppo definendo obiettivi e opportunità.

Dott. Bruno Resmini – Business & Strategic Coach di CSR Formazione e Coaching- Milano