Autostima e credere in sé stessi sono richiesti anche in azienda?
Negli anni addietro le richieste di trattare tematiche attinenti all’autostimarsi (o alla carenza di autostima) e al credere in sé stessi erano presenti quasi esclusivamente nel life coaching e nella pratica psicologica privata e, ben raramente, in azienda. Oggi sembra non essere più così.
Sempre più spesso, infatti, l’autostima e il credere di più in sé stessi compare anche fra le richieste professionali di business coaching.
Non a caso anche nell’ultima assemblea della Società Italiana di Coaching Psicologico “SCP Italy”, tenuta a Roma il 4 luglio scorso, si è parlato di un aumento di richieste di business coaching che imprenditori, dirigenti, responsabili HR o professionisti fanno su tematiche attinenti all’autostima,
Come mai l’autostima e il credere in sé stessi sono sempre più richiesti anche in azienda?
Come mai accade oggi che l’autostima e il credere in sé stessi sono sempre più richiesti anche in azienda?
La mia ipotesi è che in questo particolare periodo in cui è richiesto a molti di “agire e reagire con velocità, prendendo decisioni giuste in tempi strettissimi”, crea nei quadri, dirigenti o professionisti un forte aumento della pressione emotiva, dello stress, dell’insicurezza e del timore di sbagliare.
E uno stress, una pressione o un timore ripetuto, può nel tempo ingenerare “paura, senso d’inadeguatezza, ansia o preoccupazione di aver perso capacità prima possedute, ecc.”. Creando nelle persone autovalutazioni negative, ansietà, timori sul possesso di determinate capacità e possibile disistima o rabbia.
Le richieste organizzative o professionali sempre più intense possono creare anche forti crisi di autostima e disagi nel credere in sé stessi?
Il cercare in tutti i modi di “far fronte” a delle richieste organizzative o professionali difficili, intense e ripetute, può creare anche forti crisi e disagi. Soprattutto se le persone pensano di dover essere efficaci alle richieste:
- di adattamento e idoneità sempre e comunque a tutte le situazioni;
- di tempestività di esecuzione e di capacità di reagire con totale adeguatoezza anche di fronte a eventi nuovi o assai problematici;
- di gestire con distacco e freddezza aspetti umani ed emotivi intensi, dolorosi o spiacevoli, legati a vicende anche pesanti quali: riduzioni di organico; licenziamenti; pre-pensionamenti non voluti e senza “scivoli” adeguati; mancata sostituzione di personale in maternità o malattia; ristrutturazione o soppressione di “unit”, ecc.;
- di trovare soluzioni economiche – e non solo – a problemi anche di mercato “complicati”, definiti però da superiori o clienti come fattibili e realizzabili in tempi brevissimi.
Aspetti quindi che sollecitano magari la comparsa di quei timori d’inadeguatezza o di bassa autostima che tutti possono avere in qualche particolare momento della propria vita o carriera.
Cosa impone la situazione attuale a chi si occupa di busines coaching e non solo di Life Coaching?
La comparsa di timori d’inadeguatezza o di bassa autostima implica oggi, per chi fa coaching in azienda, il ritrovarsi con sempre più frequenza davanti a richieste relative ad aspetti fortemente psicologici inerenti al credere in sé stessi e al “credere nel proprio valore”. Aspetti che sempre di più impongono, anche in chi fa busines coaching, il possesso di due specifiche capacità:
- saper definire e mantenere con chiarezza il tipo di setting che s’instaura nei colloqui di coaching, definendone efficacemente limiti e confini, senza scivolare in contesti professionali “impropri” di psicoterapia o altro;
- conoscere e detenere quelle competenze e tecniche psicologiche che permettono al coach di:
- disattivare richieste o aspettative poco coerenti all’effettivo contesto di business coaching del coachee;
- avere quella credibilità, perizia, e competenza che consente di confutare in modo fondato eventuali autodiagnosi negative o attribuzioni auto-accusatorie da parte del coachee (tipiche di quando una persona in crisi si attribuisce nevrosi, patologie o “difetti di personalità o di carattere” sulla scorta di pareri di altri magari poco titolati.
Da cosa derivano le richieste di fare business o life coaching sugli aspetti attinenti all’autostima?
Le richieste di coaching sugli aspetti attinenti all’autostima spesso sembrano derivare da un bisogno di aiuto a superare un momento di difficoltà nel gestire lo stress o nell’adattarsi ad aspetti esterni complessi.
A questo proposito, un coachee durante un colloquio mi ha posto una domanda che ho trovato piuttosto interessante: “ma come mai si può arrivare a squalificarsi, abbattersi o dubitare di se anche in modo intenso?” La mia risposta è stata: perché a fronte di determinate situazioni esterne emotivamente destabilizzanti e bloccanti, elaborate magari in modo erroneo o incompleto, facilmente si può reagire con disagio e sofferenza alimentando dubbi sul proprio valore e adeguatezza personale. Ovvero: invece di riconoscere e accusare la forte difficoltà o criticità di certe situazioni esterne, si finisce per sentirsi personalmente carenti o inadeguati internamente (con tutte le conseguenze che ciò innesca!).
Autostima e mancanza di fiducia in sé stessi o carenze personali?
Ciò rende davvero importante il saper vedere e interpretare correttamente se la causa di una problematica che insorge nell’ambito professionale sia dovuta a una carenza personale piuttosto che a pressioni improprie troppo pressanti o ripetute. Rispetto all’equilibrio personale o al bisogno di poter elaborare adeguatamente gli accadimenti.
Infatti “se non si può o non si riesce a cambiare il fuori in modo appropriato, purtroppo, spesso si cambia dentro arrivando ad auto-colpevolizzarsi o a dubitare di se”.
Ulteriori spunti sul perché l’autostima è un bene prezioso e “sensibile” e come tale va tutelato e rinforzato, sono leggibili nell’articolo: “Perché hanno un’importanza enorme l’Autostima e l’Autostimarsi e la Bassa Autostima e il Disistimarsi?”, visibile cliccando su questo link:
Articolo a cura di:
Dr. ARMANDO PINTUS – PSICOLOGO COACH E FORMATORE
- Ho oltre 30 anni di esperienza come Psicologo Coach e Formatore per persone, professionisti, imprenditori e anche dirigenti di aziende del calibro di TIM-Telecom, Eni, Intesa San Paolo, Sandvik.
- Lavoro soprattutto a Milano nel mio studio oppure “a distanza”, facendo sessioni telefoniche o con Skype con chi si trova lontano da Milano.
- Ho iniziato a operare come “coach” molti anni fa, negli anni 90, quando questo termine in Italia ancora non veniva utilizzato. Faccio parte della Società internazionale “The International Society for Coaching Psychology (ISCP)” e dal 1991 sono Presidente di CSR Formazione e Coaching.
- Oltre ad essere abilitato e con un percorso pluriennale come Coach, sono laureato in Psicologia e da 30 anni lavoro abbinando le competenze di coaching psicologico con le conoscenze che ho nell’ambito di temi quali la comunicazione persuasiva, vendita, negoziazione strategica, gestione aziendale, leadership e business presentation.
Se svuoi stare meglio, avere più risultati e successo …. e magari realizzare meglio i tuoi sogni personali e professionali contattami direttamente via mail a.pintus@coachingmilano.com o al n. 335-482122: sarò lieto di aiutarti personalmente.
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