20120521_na00N.B.: ciò che scrivo in questo articolo sul vincere nel Tennis, ritengo che valga, con delle specifiche distinzioni, anche per molti altri sport cosiddetti “individuali”.

  • Come diceva Goran IvanisevicIl mio problema e’ che in ogni match io gioco contro cinque avversari: il giudice di sedia, il pubblico, i raccattapalle, il campo e me stesso“.E quindi, Vincere che cosa è? E’ una questione di Strategia Mentale che ti permette di utilizzare bene le tue caratteristiche e capacità tecniche e di ottenere risultati.E COSA distingue un tennista vincitore da un tennista che ha le caratteristiche fisiche e tecniche idonee alla vittoria ma che però non riesce ad essere continuativamente vincente? Una sola cosa, sintetizzando: La TESTA!

    Chi vince sa crearsi obiettivi, motivazioni chiare, pensieri con cui rigenera il proprio impegno ed energie, … ma non solo…. sa anche mentalmente crearsi delle strategie e opportunità di vittoria.

    Vediamo in sintesi alcuni aspetti fondamentali.

    1) Il campione impara ad allenarsi sia in campo, sia fuori da esso, coinvolgendo opportunamente anche gli aspetti mentali. Magari lo fa inconsciamente, o per meglio dire senza rendersene conto, ma si crea delle strategie mentali che gli permettono sia di imparare meglio, sia di utilizzare bene le tecniche e abilità sportive acquisite.

    Impara pertanto a pensare e a utilizzare pensieri generatori di risultati vittoriosi.

    Chi vince quindi cosa fa? Sviluppa:

    • una strategia che permette di ottenere i risultati:
    • una strategia che permette di replicare detti risultati;
    • delle abitudini legate allo stare in campo presente, concentrato ed efficace;
    • delle abilità di gioco e di gestione di sé in campo che danno poi il risultato.

    Tutti i giocatori professionisti attribuiscono la propria capacità di vincere al modo in cui stanno “mentalmente in campo”, e non alla fortuna di avere una giornata “giusta”.

    RogerFederermostrailpugno

    2) chi vince sa vincere!

    Ovvero chi vince sviluppa una personalità orientata al risultato e “non molla”.

    Anzi, fa anche emergere energie e risorse proprio quando più avrebbe voglia di riposare e di rimanere seduto invece di riprendere la partita. Della serie: sono stanco ma voglio e quindi adesso mi impegno più di prima. Quindi tenacia, decisione coerente e determinazione.

    Chi dice che vincere o perdere non conta, ha probabilmente perso” – Martina Navratilova

     

    3) chi sa vincere sa anche perdere! I vincitori scendono in campo per vincere ma imparano ad accettare un’eventuale sconfitta e il dolore che detta sconfitta porta con sé, (e ciò senza sentirsi finito o perdente o innescare dubbi sul proprio valore). I perdenti invece, (ovvero coloro che stanno attraversando un periodo in cui la mentalità perdente prende il sopravvento, anche se temporaneamente), generando dubbi, timori o sensazioni di inadeguatezza, …. pagandone poi le conseguenze in campo e fuori.

    4) chi vince sa trarre da una sconfitta un insegnamento vero e uno stimolo a migliorarsi e fare meglio invece di attivare inutili processi colpevolistici che innescano paura o timori o che rubano energia e forza.

    Ho perso con X con cui avrei potuto anche vincere? D’ora in poi gioco – e mi alleno – anche affinché ciò non si ripeta!

    Era quasi impossibile poter vincere con lui? Su cosa mi concentro?

    Ho giocato un grande primo punto” – Tim Henman, dopo aver perso 6-0; 6-0 contro Pete Sampras

     5) chi vince sa allontanare i timori e i dubbi e focalizzarsi su una cosa: giocare colpo per colpo, punto per punto, momento per momento e se sta vincendo …. accelera e aumenta la pressione ancora di più (anziché lasciare il tempo o lo spazio all’avversario per tornare prima psicologicamente, e poi anche come punteggio, in partita).

    E sì: si vince prima psicologicamente ….  solo poi può avvenire il resto.

    E chi è orientato a vincere lo sa che prima di tutto si vince psicologicamente diventando mentalmente profondamente determinato e orientato a vincere.

    6) chi vince sa attivare bene lo“stop and go”, ovvero sa attuare bene le tenciche di arousal che permettono volontariamente di rilassarsi e “respirare” bene per poi molto velocemente tornare a uno stato di totale concentrazione, attenzione, presenza e focalizzazione.

    7) chi vince si allena duramente in campo e fuori recuperando centratura e vigore … mentre colui che inizia un periodo permeato da paure di sconfitta, che fa? Trova alibi, entra in una spirale di demotivazione o crisi, …… o si infortuna.

    C’era vento, i cani abbaiavano, mi è entrato qualcosa negli occhi” – Andy Roddick, spiegando una sconfitta

    8) chi vince sa allenarsi anche mentalmente e visualizzare con successo e gioia i risultati che vuole avere.

    E’ noto agli psicologi dello sport più evoluti l’importanza delle “sinestesie produttive di performance”, ovvero la capacità di coniugare in un dato modo immagini, film mentali, emozioni e sensazioni di preparazione e attivazione di risultato. Forse è poco noto ai più, invece, come la paura o il dubbio crea una sorta di “triangolo delle Bermude all’atleta” che lo costringe a oscillare tra: dubbio – paura – incertezza …… e perdita di energie.

    Chi vince sa tirarsene fuori in fretta da questa sorta di perverso “triangolo delle Bermude”, sviluppando abitudini potenzianti.

    9) Chi vince impara in fretta … e impara anche a stare con sé stesso in fretta in un modo produttivo che chi perde non conosce: frasi potenzianti, dialogo interno costruttivo, sensazioni propriocettive produttive, focalizzazione sensoriale, senso “istintivo” della posizione, eccetera.

    E tutto ciò fa la differenza.

    Anche a questo proposito a volte purtroppo Jimmy Connors ha proprio ragione quando dice che: “L’esperienza e’ un grande vantaggio. Il problema e’ che quando hai esperienza sei troppo vecchio per sapere cosa fartene” –

    gianluigi-quinzi-con-il-trofeo-di-wimbledonConcludendo voglio aggiungere ulteriori 2 riflessioni:

    A)  chi vince sa prepararsi, chi perde no. Ricordo in proposito il pensiero del mitico Coach americano Joe Paterno che era solito dire“Fallire nella preparazione e’ come prepararsi a fallire”;

    B)  “La vittoria è momentanea. Perdere è per sempre.” – Billie Jean King.

    Anche sapersi perdonare se si perde è per sempre, e secondo me è una delle capacità chiave che permettono di continuare a vincere nel tempo.

    In conclusione quando lavoro con una persona, o la aiuto come psicologo, sia essa una sportivo o meno, voglio sempre ricordare ciò che diceva Michelangelo Buonarrotti:

    “Non sono io a scolpire la statua. Essa è già dentro il marmo in attesa che io la liberi. Io semplicemente continuo a scolpire finché non è libera”.

    La mia passione è proprio quella di stimolare la persona che è dentro il marmo di manifestarsi e di …. vincere.

    Perché? Perché amo vincere.

    Armando Pintus, Psicologo dello Sport e del Golf a Milano, Sport e Golf Mental Coach